‘Stay Neda’(Resta Neda)
“Resta, Neda/gli uccelli cantano/i boschi sono verdi/c’é la fioritura/é Primavera/non te ne andare, Neda”: così recitano i primi versi di una poesia, ‘Stay Neda’(Resta Neda), comparsa oggi sul sito di esuli iraniani “iranian.com”, dedicata alla ragazza uccisa da un proiettile a Teheran, il cui viso morente ricoperto di sangue è divenuto il simbolo della rivolta contro le contestate elezioni in Iran. La poesia, scritta da un’anonima firma Mandana e tradotta in inglese dal persiano, è dedicata “a Neda Salehi Agha Soltan (1982-2009)” uccisa nella capitale iraniana nel sabato più sanguinoso. Da una struggente invocazione alla vita scende progressivamente, strofa dopo strofa, nell’inferno delle strade di Teheran, trasformandosi in un’invocazione alla rivolta e un richiamo alla speranza:
Stay Neda’(Resta Neda):
«Resta, Neda/canta con la tua gente nelle strade/grida lunga vita alla vita!/Abbasso la morte!/Dì al sole di spendere/Dì al freddo di andarsene/Non te ne andare Neda.»
«Resta, Neda/guarda questa città/le fondamenta scosse dei palazzi/quanto sono alti gli aceri di Teheran/La ‘polverè ha reso l’aria irrespirabile per gli oppressori/Non te ne andare, Neda.»
«Non avere paura/è il frastuono dei fuochi d’artificio, non dei proiettili/è la scintilla di un fuoco/noi siamo in fiamme/noi siamo il fuoco/Grazie ai manganelli e agli spari/noi siamo fuoco ardente/Non te ne andare, Neda.»
«O Neda, o Neda/respira/Alzati/batti sulla gabbia/esci dalle sbarre/Non te ne andare, Neda. «Non te ne andare, Neda/aspetta/guarda oltre le nuvole/Sua signoria il Sole vuole che vieni anche tu/è proprio come te, ma/non te ne andare, Neda»